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Rave estivo agli Alberoni: Regione chiede lumi, ma comune di Venezia trascura relazione WWF

  • Immagine del redattore: Mattia Stella
    Mattia Stella
  • 23 ott 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Affidi la tua proprietà a un amico, poi scopri che qualcuno nella tua casa ha tenuto feste non autorizzate lasciando abbondanza di rifiuti; chiedi lumi all’affidatario e ti senti rispondere: abbiamo invitato gli abusivi a continuare a fare con cautela ciò che stavano facendo e ci va dato merito. Potrebbe sembrare una barzelletta, ma trattandosi di un’area protetta c’è ben poco da sorridere; sommariamente è quanto accaduto tra la Giunta regionale del Veneto e l’Amministrazione comunale di Venezia. Nel 2020 la Regione del Veneto ha individuato nel Comune di Venezia il gestore della zona speciale di conservazione ‘Alberoni’, un’area di elevato interesse naturalistico. In occasione della recente festa del Redentore, lo scorso luglio migliaia di persone hanno partecipato a un rave party non autorizzato in località Alberoni, come riportato anche dalla stampa locale. Prevedibilmente, una notevole quantità di rifiuti abbandonati è stata rimossa nei giorni successivi dagli operatori Veritas. Sulla vicenda presentai una interrogazione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta quali verifiche intendesse attivare, esortando un adeguato monitoraggio della zona in questione. La Giunta regionale, come da prassi, si è rivolta all’amministrazione comunale di Venezia sollecitando una relazione sui fatti avvenuti.

Solo dopo quasi due mesi, e in seguito alla rinnovata richiesta da parte della Giunta regionale, la relazione è stata finalmente inviata. Dalla lettura della relazione, come riportata nella risposta fornita dalla Giunta regionale,  emerge che il Comune aveva ricevuto, nei giorni antecedenti l’evento, allerta da parte di WWF circa l’imminente rave party e di aver così esortato, per mezzo della Polizia locale, gli avventori a non accendere fuochi e di non calpestare le zone sensibili, seraficamente aggiungendo che tale previdente azione avrebbe scongiurato la compromissione dall’area: insomma, Venezia apripista di una nuova forma di law enforcement che poggia esclusivamente sul consiglio e sulla buona volontà di tenervi fede. Mentre nel resto del Veneto, terra di capannoni, i rave solitamente conoscono ben altro tipo di reazione.

L’assessore regionale Corazzari, nel rispondere alla nostra interrogazione, ha dato fiducia al documento pervenuto da Venezia, ignorando, in buona fede, che lo stesso Comune ha trascurato, nel rispondere, di inserire i passaggi della relazione redatta dal WWF sugli effetti del rave su quell’area protetta. Sarebbe invece bastato conoscere almeno parzialmente alcuni passaggi di tale relazione per comprendere che l’evento non è stato niente affatto a impatto zero, ma è costato la rimozione di rifiuti a carico dei contribuenti, oltre al sorgere di timori per l’impatto sulla nidificazione di alcune specie protette.

Poiché il rave in questione è solamente l’ultimo avvenuto in ordine di tempo, e considerata la cronologia dei fatti, ritengo che la Regione del Veneto farebbe bene a richiamare il Comune alle sue responsabilità. Ad amici come questi non è il caso di affidare le chiavi di casa. #rave #venezia #alberoni #renzomasolo



 
 
 

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#LA BUONA AMMINISTRAZIONE

Sono nato e risiedo con la mia famiglia a Bassano del Grappa (Vi). Perito agrario dal 1990 e  fisioterapista dal 1997. Ho potuto lavorare per molti anni presso l’Ospedale di San Bassiano. Dopo l’esperienza in Consiglio comunale a Bassano, eletto Consigliere comunale nella lista civica ‘Bassano per Tutti’, ho aderito al progetto di Europa Verde candidandomi nel 2020 al Consiglio regionale. Nel luglio 2024, da primo dei non eletti, subentro alla Consigliera Cristina Guarda ora euro parlamentare per European Green Party. Da sempre, sono impegnato nella mobilità sostenibile. Da padre mi sforzo di guardare il mondo attraverso gli occhi dei miei figli, costruendo ponti, per citare Alex Langer.

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