PFAS a Bassano: la salute dei cittadini deve venire prima di tutto
- Lorenzo Bonaccorsi
- 25 set
- Tempo di lettura: 1 min
Nella conferenza stampa che si è svolta ieri a Bassano, insieme al consigliere comunale Paolo Retinó, ho ribadito un concetto fondamentale: dire che “l’acqua è a norma” non è sufficiente.
Il pozzo di Santa Croce presenta da anni la presenza di PFAS. Sostanze che, come sappiamo, si accumulano nel corpo umano e rappresentano quindi un rischio concreto per la salute.
Ad aprile e maggio, analisi indipendenti commissionate da cittadini presso un laboratorio accreditato hanno rilevato valori fino a 350 nanogrammi/litro. Le controanalisi successive effettuate dagli enti competenti hanno registrato valori attorno ai 50 nanogrammi/litro. Per fare chiarezza su queste differenze, ho presentato un esposto alla Procura di Vicenza.
Va sottolineato che 50 nanogrammi/litro non sono un dato rassicurante: il limite di legge (100 ng/l) è infatti calcolato su un uomo adulto di circa 70-80 kg. Per neonati, bambini, donne in gravidanza o anziani, anche valori inferiori possono risultare preoccupanti. Inoltre, i PFAS sono sostanze bioaccumulabili: ciò che entra nel nostro organismo attraverso l’acqua resta nel sangue e negli organi.
Per questo chiediamo interventi chiari e immediati:
installazione di filtri a carboni attivi;
realizzazione di nuovi pozzi non contaminati e nuove condutture;
avvio di studi per individuare con precisione le fonti di contaminazione;
apertura di un tavolo tecnico con cittadini, esperti, associazioni e minoranze;
iniziative concrete per garantire informazioni trasparenti su ciò che i cittadini bevono ogni giorno nelle loro case.
Bassano non è un’isola felice, come qualcuno vuole far credere: servono risposte serie, immediate e verificabili, a tutela della salute pubblica.





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