Dolomiti, no a eliski e base-jumping con elicottero
- Lorenzo Bonaccorsi
- 17 set
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 23 set
In Seconda commissione regionale si è discusso la relazione annuale del Parco naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, occasione per riportare l’attenzione su due pratiche che mettono a rischio sicurezza e ambiente: eliski e base jumping con elicottero.
Queste attività, oltre a essere appannaggio di pochi, comportano rischi altissimi:
L’eliski può provocare valanghe e mettere in pericolo anche chi pratica lo sci alpinismo in autonomia.
Il base jumping ha una mortalità elevatissima e un livello di rischio che non può essere ignorato.
Entrambe generano un impatto ambientale devastante: inquinamento acustico, emissioni e forte disturbo alla fauna selvatica.
Il Parco è una No Fly Zone, eppure per chi può permetterselo le sanzioni amministrative sembrano non rappresentare un ostacolo. Da qui l’importanza del lavoro congiunto dell’Ente Parco e di ENAC, che stanno valutando misure più incisive come il ritiro della licenza ai piloti o il sequestro dei mezzi impiegati.
Un impegno che merita sostegno e che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti. Le Dolomiti non possono diventare un parco giochi per attività estreme a uso di pochi: sono un patrimonio naturale da tutelare e da vivere con rispetto e responsabilità.
In questo contesto sarebbe stato utile anche il rafforzamento dei controlli attraverso l’approvazione del progetto di legge sulle Guardie Ambientali Volontarie, presentato con la collega Silvia Cestaro. Un’occasione che, purtroppo, il Consiglio regionale ha preferito accantonare, scegliendo di dare priorità a provvedimenti ben meno urgenti, come l’inno regionale o leggi a favore della caccia.

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