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Giorgia meloni e l’avviso di garanzia che non c’è: si affretti piuttosto a spiegare alla corte penale internazionale e ai magistrati italiani cosa è andato storto sul caso Almasri.

  • Immagine del redattore: Mattia Stella
    Mattia Stella
  • 30 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Non stupiscono affatto le dichiarazioni della Presidente del Consiglio dei ministri sull’attività della magistratura in merito al caso Almasri: si tratta di repliche di una sceneggiatura entro cui la Meloni agisce sempre su mandato divino, un potere messianico cui nulla può essere opposto, nemmeno l’azione stessa dello Stato nel rispetto delle regole del gioco fissate dalla Costituzione antifascista e a presidio delle libertà. Una sceneggiata televisiva e, come d’uso, senza contraddittorio, che trasforma un atto formale come la iscrizione nel registro delle notizie di reato in un avviso di garanzia che nemmeno c’è: beninteso, in entrambi i casi di tratta di atti previsti a presidio di un giusto procedimento, trasformati però dalla Meloni in occasione ghiotta per affermare, ancora una volta, una non ricattabilità che probabilmente soddisfa solo il suo ego.

Di contro, sorprendono le dichiarazioni di solidarietà espresse via Facebook dal Presidente Zaia, il quale, anche qui nel solco di una sceneggiatura ormai consolidata e tramandata, è sempre pronto a condannare prima del giudizio, a invocare erroneamente il canone della “certezza della pena” verso chicchessia purché non sia il potente di turno, verso il quale, in nome di una idea di democrazia fatta a misura di leghista, esprimere  solidarietà: è questo il modus operandi da fermare,   perché a destabilizzare non sono gli atti dovuti della magistratura a fronte di una vicenda politicamente oscura come  la liberazione del torturatore libico Almasri: un fatto reale e incontestabile, non immaginario, rispetto al quale il meno che si possa dire è che qualcuno non ha fatto il proprio dovere: a destabilizzare sono invece la malcelata richiesta di assenza di vincoli all’azione– eco dei salviniani pieni poteri -  della Premier Meloni, i continui attacchi alla magistratura già sotto attacco per mezzo della riforma Nordio, la solidarietà di Zaia alle ritenute vittime di quello che lui definisce un “modo di agire che trasmette sfiducia e instabilità.




 
 
 

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#LA BUONA AMMINISTRAZIONE

Sono nato e risiedo con la mia famiglia a Bassano del Grappa (Vi). Perito agrario dal 1990 e  fisioterapista dal 1997. Ho potuto lavorare per molti anni presso l’Ospedale di San Bassiano. Dopo l’esperienza in Consiglio comunale a Bassano, eletto Consigliere comunale nella lista civica ‘Bassano per Tutti’, ho aderito al progetto di Europa Verde candidandomi nel 2020 al Consiglio regionale. Nel luglio 2024, da primo dei non eletti, subentro alla Consigliera Cristina Guarda ora euro parlamentare per European Green Party. Da sempre, sono impegnato nella mobilità sostenibile. Da padre mi sforzo di guardare il mondo attraverso gli occhi dei miei figli, costruendo ponti, per citare Alex Langer.

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